“Chi è senza peccato scagli la prima pietra”

Eppure di pietre ne sono state scagliate molte in questi giorni, contro Silvia, contro le ONG, contro il volontariato, contro le religioni del mondo, chi più ne ha più ne metta. Mi chiedo qual è il motivo di tutta questa rabbia, perché invece di essere contenti per la liberazione di una persona, invece di essere felici del ritorno a casa di una ragazza che potrebbe essere una sorella, una figlia, una madre, una moglie, si riesca solo a parlare di politica, di soldi, di bugie.

Partiamo dal presupposto che noi non abbiamo chiaro il quadro della situazione, perché noi non siamo i protagonisti di quella storia, non l’abbiamo vissuta in prima persona ma ne conosciamo i fatti solo attraverso i racconti e le informazioni che i giornalisti ci fanno leggere.

Voglio però che si distingua bene il terrorismo dalle ONG, voglio che si faccia la distinzione tra volontariato e atti terroristici. Cerchiamo di non cadere nell’approssimazione e di non fare di tutta un’erba un fascio.

Se non esistesse il volontariato, quante situazioni sarebbero compromesse? Quante persone non verrebbero aiutate? Guardando anche solo al periodo che abbiamo appena vissuto e dal quale ancora non siamo usciti, chi si è prodigato ad aiutare le persone più fragili, i più deboli, è quello che viene chiamato VOLONTARIO.

Definizione di volontariato: attività di aiuto gratuito e spontaneo verso persone in condizioni di indigenza o che necessitano di assistenza oppure per fronteggiare emergenze occasionali o prestando opera e mezzi nell’interesse collettivo in maniera individuale o collettivamente in associazioni costituite per specifici scopi benefici [wikipedia]

Ovviamente il volontariato che viene messo alla gogna è quello che viene fatto nei paesi più poveri, in questo caso specifico quello che viene svolto in Africa.

‘Abbiamo liberato l’amichetta dei negri’; ‘Ecco tornata la signorina salvamondo’

Queste le frasi che più mi hanno indignato e fatto vergognare di essere cittadina italiana.

Come si possono elaborare invettive tanto dure verso un essere umano?

E’ per questo che oggi ho deciso di metterci la faccia!

Qui a fianco vedete una foto di me in vesti africane, io una peruviana adottata, orfana, sono stata accolta e amata da una famiglia che ha deciso di donarmi il cuore e appena ne ho avuto le possibilità ho deciso di diffondere tutto l’amore che mi è stato dato ad ALTRI, a persone a me totalmente sconosciute, ma che avevano bisogno di una mano, di un sorriso, di uno sguardo.

Eccomi nel vestito fattomi su misura dalle sarte di Sokpontà, il villaggio che mi ha adottato, per la seconda volta. Dico così perché sono molto legata a quella terra rossa che mi è entrata nel sangue, che mi ha insegnato tanto e che mi ha aiutato a guardarmi dentro. Eppure indossando quei vestiti sono sempre rimasta la stessa, anche con quelle treccine sono sempre rimasta me stessa, la stessa persona che vedete ora. Non è un vestito, un’acconciatura a cambiare una persona, ma è il proprio vissuto, le proprie esperienze, le persone che incontra e che possono influenzarla e stravolgerla.

Il mio primo viaggio in Benin è stato nel 2008. Quell’anno ho deciso di destinare le mie agoniate ferie a persone che potevano avere bisogno del mio modesto aiuto e ho deciso di tornarci gli anni successivi, senza dare peso a quello che le malelingue dicevano. Già, perché anche a me è stato detto “invece di aiutare qui nel tuo paese, vai ad aiutare quelli là”.

Pino, il presidente dell’Associazione L’Abbraccio di Fubine di cui ho fatto parte per anni, scrive in merito alle vicende degli ultimi giorni:

“È legittimo essere arrabbiati ma non è legittimo scaricare la propria rabbia addosso agli altri.
C’è chi per partito preso e a sua difesa cerca di trovare la conferma alla propria lotta ‘politica’ basata sulla discriminazione e sulla paura di perdere, o che venga rubata, la propria identità .
Chi ha dei ‘valori’ altri e vuole affermare l’ intenzione di capovolgere l’assetto attuale e instaurarne un altro. E sicuramente ci sono altre modalità di leggere la vicenda.

Se poi tutti parliamo insieme ciascuno con il proprio punto di vista e di giudizio…ecco il caos, il fango da cui è faticosissimo districarsi ma anche le persone belle che razionalmente commentano e comprendono il dramma umano.”

Sottoscrivo ogni sua parola e anzi vorrei che il numero dei volontari aumentasse in seguito a questa vicenda, poiché un mondo migliore può esserci, ma dobbiamo dobbiamo migliorarlo insieme, un po’ alla volta, col contributo concreto di ognuno di noi. Se ognuno di noi facesse un po’ di volontariato con responsabilità, in sicurezza e con la giusta formazione, forse, e dico forse, la smetteremmo di puntare il dito e ci asterremmo dal giudicare perché non ne abbiamo il diritto.

Smettiamola di guardare il mondo da un balcone (papa Francesco) e iniziamo a viverla con le dovute precauzioni ricordandoci sempre:

‘chi è senza peccato-errore scagli la prima pietra’..e a cominciare dagli anziani tutti sparirono dalla piazza dove doveva essere celebrata la sentenza.

Happi