Durante il corso pre- parto ti hanno parlato dei benefici della fascia per mamma e bambino, hai anche letto dei libri in cui ti decantavano il potere della fascia, di poterlo calmare, di poter avere le mani libere e addirittura alcune tue amiche che l’avevano già sperimentata ti hanno detto che per magia il loro bambino appena lo mettevano in fascia si addormentava! Presa dall’entusiasmo, dal desiderio di essere un’ottima madre hai fatto il tuo acquisto on line: hai acquistato la tua prima fascia.

Così,dopo averla lavata, ti senti pronta per questa nuova avventura di avvolgere il tuo bambino in quel tessuto magico… segui con precisione le istruzioni riportate nella confezione, finisci di legare e sei soddisfatta del tuo operato ma in quel preciso istante il tuo bambino comincia a piangere! In tutte le foto che hai visto i bambini portati sono sempre felici, sorridenti, sereni, possibile che al tuo bambino non piaccia stare a contatto?

Posso dirti con assoluta certezza che questa reazione è molto comune quando si prova a mettere i bambini per la prima volta in fascia.

Cerchiamo di capire bene la situazione.

Lo dico sempre e non smetterò di dirlo, ogni bambino è diverso, come ogni famiglia e come ogni genitore. Ognuno di noi porta con sé una propria storia, un proprio vissuto, anche quel frugoletto che tieni tra le braccia, per essere così piccino ha già fatto un bel pezzo di strada. Quando era nel tuo pancione era servito e accudito in ogni suo desiderio, ma quando è nato ha dovuto far fronte a molte situazioni, come il fastidio dei vestiti, il pannolino appiccicoso, la fame, il sonno..

Quindi cerchiamo sempre di metterci in ascolto del nostro bambino ma anche di noi stesse. Non è detto che quello che è magico per un’altra mamma lo debba essere anche per te, per voi.

Agli incontri informativi lo dico sempre: il babywearing non è per tutti e non è un percorso che per forza BISOGNA fare. Il babywearing è uno dei tanti modi di amare, ma non è l’unico. Non sarai una madre peggiore se decidi di non portarti addosso il tuo bambino.

Quindi ora che te l’ho detto, cara la mia mamma, facciamo un bel respiro profondo?

Vediamo però quali possono essere le varie casistiche in cui potremmo imbatterci:

..avrà caldo?

Cerchiamo di non vestire mai eccessivamente il nostro bambino per non surriscaldarlo, quindi vestiamolo come quando lo teniamo in casa e al massimo aggiungeremo strati a no stesse. Siccome i nostri corpi staranno a stretto contatto vestiamoci a “cipolla” entrambi.

..avrà fame?

Il nostro bambino stando a stretto contatto con il nostro seno, potrebbe sentirne il “richiamo” quindi prima di metterlo in fascia verifichiamo che abbia il pancino pieno.

..avrà il pannolino sporco?

Accertati che il pannolino sia stato cambiato da poco altrimenti potrebbe, giustamente, protestare.

..sarà il momento sbagliato?

Magari prima di essere posizionato in fascia, il tuo bambino stava facendo un ‘attività che gli piaceva di più, come anche solo ciucciare il proprio giocattolo preferito. Non è detto che il momento giusto per noi, sia quello giusto anche per lui.

Inoltre, ci sono bambini molto sensibili che non gradiscono tessuti troppo ruvidi, che si sentono troppo o troppo poco contenuti, il che varia anche in base all’età del bambino e al tipo di legatura; altri presentano tensioni fisiche date dalla posture nel pancione o da posizioni effettuate durante il parto ( qui un valido aiuto è l’osteopata) .

Altre volte le cause del suo pianto dobbiamo cercarle in noi stessi. Cosa voglio dire?

“Ciò che conta è la vicinanza.

E da questa vicinanza che nascono tutti gli effetti positivi del PORTARE..è da qui che ne derivano tutte le difficoltà. Tenere tanto vicino una persona non è facile, richiede di fare spazio, su corpo, nella testa, nel cuore, nella pancia. Risveglia bisogni soffocati, richiama paure sommerse, impone rivoluzioni, risucchia energia. (E.Weber)”

Portare qualcuno addosso risveglia bisogni soffocati.

Non tutti da piccoli siamo stati portati, anzi forse siamo figli dell’indipendenza precoce, ma ognuno di noi ha bisogno di contatto e allora forse in questo caso è il tuo bambino “interiore” che sta cercando di dirti qualcosa e allora fermati, fai un passo indietro e dai spazio alle tue sensazioni.

Il tuo corpo e le tue emozioni parlano al tuo bambino e lui è così sensibile che riesce ad ascoltarli.

Il pianto può essere scatenato da questo conflitto interiore, un qualcosa in cui credi ma che non senti ancora tuo. Allora respira profondamente, fai con calma, un pezzettino alla volta. Devi essere pronta prima di tutto ad amare te stessa e ad accettarti per poter accettare ed amare il tuo bambino.

La fascia può sciogliere dei nodi e crearne altri, può essere lo strumento per unirvi, può essere l’unione tra il tuo passato e il tuo presente, tra te e il tuo bambino, ma può succedere che questo non sia il vostro percorso, ma per questo non sarai una cattiva madre.

Ricorda che tutti possiamo portare il nostro bambino vicino al nostro cuore, anche senza fascia, anche SOLO con le nostre braccia.

Happi.

 

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